domenica 10 maggio 2020

La lettura tecnologica nel "periodo classico"

Leggere per informarsi è un'azione che ha sempre fatto parte dell'esistenza dell'uomo. Fin dall'antichità c'è stata l'esigenza di riportare su una tavola, una pergamena o un rotolo, tutto ciò che riguardava anche gli strumenti ed i metodi utilizzati nello sviluppo della tecnologia. Nel periodo classico dei Greci e dei Romani, gli approcci verso arti e opere utili a migliorare la vita dell'uomo vennero descritti in vari testi e manoscritti. In campo artigianale, agricolo, architettonico e nell'arte della guerra si hanno notizie di trattati che testimoniano l'ingegno e le capacità dell'uomo.
Sono noti alcuni studiosi e inventori dell'epoca quali Filone di Bisanzio (280 a.C.), Erone di Alessandria (10 d.C.) e Archimede di Siracusa (287 a.C.) autori di scritti e considerazioni su argomenti matematici, meccanici e fisici. Tra i trattati romani si distinsero il "De Architectura"  (15 a.C.) di Marco Vitruvio Pollione (inerente alla costruzione delle mura urbane, degli acquedotti, ma anche alla progettazione di macchine ad uso civile o bellico) e "L'Acqueductus Urbis Romae" (intorno al 97 d.C.) di Sesto Giulio Frontino (sul sistema idrico romano) il quale rappresenta una delle più valide testimonianze di un ottimo servizio pubblico.
Tutte le opere del periodo classico furono alla base dell'evoluzione tecnologica.

Copie delle principali opere romane in campo tecnologico 

Bibliografia:
Cenni da "Storia delle macchine" di V. Marchis, ed. Laterza
Immagini da:

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