Sono noti alcuni studiosi e inventori dell'epoca quali Filone di Bisanzio (280 a.C.), Erone di Alessandria (10 d.C.) e Archimede di Siracusa (287 a.C.) autori di scritti e considerazioni su argomenti matematici, meccanici e fisici. Tra i trattati romani si distinsero il "De Architectura" (15 a.C.) di Marco Vitruvio Pollione (inerente alla costruzione delle mura urbane, degli acquedotti, ma anche alla progettazione di macchine ad uso civile o bellico) e "L'Acqueductus Urbis Romae" (intorno al 97 d.C.) di Sesto Giulio Frontino (sul sistema idrico romano) il quale rappresenta una delle più valide testimonianze di un ottimo servizio pubblico.
Tutte le opere del periodo classico furono alla base dell'evoluzione tecnologica.
Bibliografia:
Cenni da "Storia delle macchine" di V. Marchis, ed. Laterza
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